- EAN13
- 9788855267014
- Éditeur
- Ledizioni
- Date de publication
- 04/07/2022
- Collection
- Biblioteca di Carte Romanze
- Langue
- italien
- Fiches UNIMARC
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«E nadi contra suberna». Essere “trovatori” oggi
Atti di convegno (Ferrara, 20-21 novembre 2018)
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Aide EAN13 : 9788855267014
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Si raccolgono in questo volume gli Atti del Convegno Internazionale «E nadi
contra suberna». Essere “trovatori” oggi, Università di Ferrara, 20-21
novembre 2018. Insolitamente per la Filologia romanza coltivata in Italia, i
contributi vertono sulla letteratura occitanica contemporanea. Gli autori
presi in esame sono Frédéric Mistral, Joseph d’Arbaud, Max-Philippe Delavouët,
Max Rouquette, Marcela Delpastre, Joan-Luc Sauvaigo, i poeti occitani Sergio
Arneodo, Antonio Bodrero, Piero Raina, Claudio Salvagno, e infine Joan
Ganhaire. I generi letterari cui le rispettive opere afferiscono interessano
la poesia come la prosa. Alcune tematiche comuni a più di un autore, in
particolare quelle legate al paesaggio mediterraneo (il Rodano, la Camargue o
il mondo rurale limosino), sfuggono ai consunti stereotipi del pittoresco,
attingendo piuttosto ai misteri degli elementi e allo spirito panico che anima
la natura. L’altra questione che si pone è quella della lingua e della cultura
occitanica novecentesca che reclama, attraverso la sua letteratura,
un’identità maiuscola che la storia ha sacrificato. Ne denunciano lo
smarrimento, o la ricusazione di una posticcia, gli scrittori, tra cui Joan-
Luc Sauvaigo, nizzardo, che elegge nel ‘confine’ il non-luogo in cui il mondo
occitano vive esiliato. Rispetto al retaggio trobadorico, cui restano
fatalmente ancorati, la scelta di questi autori intende dimostrare la
versatilità di tale letteratura, che si esprime da ultimo anche in un genere
popolare quale il poliziesco (Joan Ganhaire). Insomma, quella che è stata
definita L’ombre de l’occitan (Gardy), dopo i contributi fondamentali di
Fausta Garavini, con questo volume tende a venire alla luce.
contra suberna». Essere “trovatori” oggi, Università di Ferrara, 20-21
novembre 2018. Insolitamente per la Filologia romanza coltivata in Italia, i
contributi vertono sulla letteratura occitanica contemporanea. Gli autori
presi in esame sono Frédéric Mistral, Joseph d’Arbaud, Max-Philippe Delavouët,
Max Rouquette, Marcela Delpastre, Joan-Luc Sauvaigo, i poeti occitani Sergio
Arneodo, Antonio Bodrero, Piero Raina, Claudio Salvagno, e infine Joan
Ganhaire. I generi letterari cui le rispettive opere afferiscono interessano
la poesia come la prosa. Alcune tematiche comuni a più di un autore, in
particolare quelle legate al paesaggio mediterraneo (il Rodano, la Camargue o
il mondo rurale limosino), sfuggono ai consunti stereotipi del pittoresco,
attingendo piuttosto ai misteri degli elementi e allo spirito panico che anima
la natura. L’altra questione che si pone è quella della lingua e della cultura
occitanica novecentesca che reclama, attraverso la sua letteratura,
un’identità maiuscola che la storia ha sacrificato. Ne denunciano lo
smarrimento, o la ricusazione di una posticcia, gli scrittori, tra cui Joan-
Luc Sauvaigo, nizzardo, che elegge nel ‘confine’ il non-luogo in cui il mondo
occitano vive esiliato. Rispetto al retaggio trobadorico, cui restano
fatalmente ancorati, la scelta di questi autori intende dimostrare la
versatilità di tale letteratura, che si esprime da ultimo anche in un genere
popolare quale il poliziesco (Joan Ganhaire). Insomma, quella che è stata
definita L’ombre de l’occitan (Gardy), dopo i contributi fondamentali di
Fausta Garavini, con questo volume tende a venire alla luce.
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